L’odore della carta costa troppo. Per accorgersene basta confrontare i prezzi di un libro in libreria e quelli dello stesso titolo in formato e-book. Lungi dallo scatenare una religion war tra gli “sniffatori” di carta e i devices-addicted, questa costatazione serve a introdurre le novità annunciate dal ministro Profumo per il nuovo anno scolastico.
L’obiettivo dichiarato dal Miur è quello di mettere al bando registri, fotocopie, pagelle e documenti cartacei e passare al digitale. Un cambiamento che porterà a risparmiare 30 milioni, una cifra che nasce dal dato della spesa (6.262 euro) per i documenti per gli studenti che un istituto tipo affronta ogni anno. Da quest’anno tutte le 34.558 classi delle scuole medie e le 62.600 classi delle scuole superiori avranno un pc in aula e anche il corpo docente si vedrà aggiornati i materiali didattici. Lavagne interattive multimediali (LIM) e tablet faranno il loro ingresso nelle lezioni quotidiane, svuotando zaini e armadietti dai testi scolastici. Questo tipo di innovazioni sono già sperimentate con successo da diversi istituti scolastici su tutto il territorio nazionale, ora l’obiettivo è quello di estenderle a tutte le scuole. Ciò sarà reso possibile anche dall’aumento delle risorse destinate alla gestione ordinaria delle scuole, che passeranno dai 200 milioni di euro dello scorso anno a 240 milioni di euro.
I nativi digitali avranno nuovi strumenti a disposizione per l’apprendimento, ma chissà come se la caveranno i docenti (provate a pensare ai vostri professori delle superiori), che sostituiranno fasi tipo “ti scrivo una nota sul registro” con “Guarda che inserisco un post di demerito nel registro multimediale e lo twitto ai tuoi genitori”. L’unico problema è che dire “Professore, il cane mi ha mangiato il tablet” potrebbe risultare poco credibile.